Minerale prezioso per l’uomo, la storia del sale ha origini antichissime, dalle rotte commerciali dei popoli del mediterraneo ai cristalli dei tappeti d’arte effimera e delle sculture di salgemma.
La radice latina della parola ‘sale’ aveva un significato associato ad un composto inalterabile, garante di buon augurio, essa si riscontra in termini come salubritas, salus, salarium. Nel medioevo si identificava quale elemento di purificazione, impiegato nei “patti di sale” simboleggiava la fedeltà. Il sale si ottiene raccogliendo l’acqua marina in grandi vasche, le saline, la cui esposizione al sole permette all’acqua di evaporare e di rilasciare la sostanza cristallina. Un altro metodo di produzione del sale è l’estrazione dai giacimenti di salgemma, i quali si trovano in territori dal clima freddo, privi di sbocchi al mare.
Il sale marino colorato è uno dei materiali impiegati per la realizzazione di opere d’arte effimera. Tra i luoghi in cui i tappeti d’arte effimera vengono realizzati con il sale colorato si ricorda per tradizione la città di Arucas (Gran Canària) dalla quale hanno preso spunto anche artisti in altre località, tra le quali Noto (Sicilia) e Nocera Superiore (Campania).
Nel panorama delle arti effimere si ricordano anche le sculture di salgemma, esempio all’insegna dell’ecosostenibilità e della creatività è l’esperienza che si ripete in occasione della Biennale internazionale delle sculture di salgemma a Petralia Soprana in Sicilia.
24 maggio 2016 | Materiali | Nessun commento